martedì 23 settembre 2014

…sono orgogliosa di te…


Lo so, sono una strega che non da mai gratificazioni, ma non è colpa mia se ogni tanto qualcuno riesce a scalfire la mia impenetrabile pellaccia e a farmi sembrare quasi umana…e sottolineo il quasi…


Eccola li. Una sensazione strana. La senti, non capisci ma c’è qualcosa. Poi si fa strada e comprendi… È orgoglio. Guardi una persona e non puoi che pensare che sei fiera di lei. Che sei orgogliosa di lei. E con tale consapevolezza nasce un sorriso. E la necessità di comunicarlo.
“Tu non sai quanto io sia orgogliosa di te in questo momento”

Frase diretta (come mio solito), frase inaspettata (le cose scontata non mi piacciono), frase sentita (perché se le cose non sono sentite non vale nemmeno la pena dirle). Perché alla fine uno ci prova a mettere una scorza sul cuore per impedire alle emozioni di farsi strada, una sorta di auto protezione perché se non ti permetti di provare nessuna empatia e nessuna emozione non puoi nemmeno provare alcunché di negativo. E così il mio strano modo di autoproteggermi mi porta a creare delle barriere, come dei muri invisibili verso il mondo esterno, soprattutto con le persone che sento che potrebbero avvicinarsi (ovviamente perché con le altre non ne vale nemmeno la pena) e più sento vicine più questi scudi si alzano, ma a volte si capisce che non ci sono motivi oggettivi per tenere lontano le persone, anche perché a volte più uno si sforza di allontanare qualcuno e più fallisce.
E quindi tutto sommato non ci si riesce a non provare nulla, IO almeno non ci riesco (anche perché parliamone… sarebbe una malattia grave…e come insegna Dexter o una puntata delle Dottor House, si chiama psicopatico colui che non prova empatia).
E una volta che la facciata di impassibilità è crollata non si può che ammettere che alla fine ad alcune persone… non si può non volere bene ed affezionarsi…

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