mercoledì 29 gennaio 2014

Per non dimenticare...



Poco tempo fa è stato il “Giorno della Memoria”.
Poco tempo fa ho rivisto “Schindler's list”.
Poco tempo fa ho pianto a lungo.
Poco tempo fa ho provato vergogna per quello che ha fatto il genere umano.
Poco tempo fa ho provato vergogna per il fatto che l’uomo non ha ancora imparato dai propri errori.

Questa volta non ho voglia di ridere o essere ironica. Non su questo tema. Non solo perchè non voglio. Ma perchè non ci riesco.

Ho rivisto il film a distanza di quasi 20 anni dalla sua uscita. Mi sono ritrovata a piangere angosciata. E in alcuni punti del film, come al momento dello sgombero del ghetto, ero terrorizzata, più che se avessi visto un film horror. Perchè stavolta non era una finzione. Era la realtà. Era la storia. Era quello che l’umanità ha fatto. 

Solitamente quando guardo un film lo vedo dagli occhi di uno dei protagonisti e penso a come mi sarei comportata io al loro posto. Questa volta era differente. Ogni persona mi colpiva. Ogni persona mi portava a chiedermi io come mi sarei comportata al suo posto...
...se fossi stata il medico che al momento dello sgombero del ghetto ha dato l'eutanasia ai suoi degenti per risparmiare loro una morte orribile ne avrei avuta la forza?
...se fossi stata il contabile di Schindler avrei rischiato il tutto e per tutto per salvare la mia gente a discapito della mia sicurezza?
...se fossi stata uno dei soldati tedeschi avrei accettato il mio ruolo o mi sarei ribellata?
...se fossi stata Schindler avrei superato la mia avidità per salvare delle vite capendo che le cose importanti non sono i soldi e comprendere che il vero significato della Guerra non è la possibilità di fare guadagni ma la distruzione ddell'uomo e della sua umanità?
...se fossi stata una delle tante donne Ebree cosa avrei fatto...avrei rinunciato alla mia fede o avrei portato la stella di David con orgoglio? 

Non so dare risposta a tutte queste mie domande e sinceramente spero di non doverlo fare mai. Mi ritengo molto fortunata a non avere vissuto quel periodo. Anche se vorrei tanto non ci fosse mai stato. L'unica cosa che posso fare è ricordare. Non dimenticare. Per evitare che certe situazioni si ripetano. Per ricordare che siamo uomini. Tutti quanti. E che la compassione è la caratteristica che ci distingue dalle bestie.

Secondo la simbologia buddista il rosso è il colore della compassione. E secondo il mio modestissimo parere non è un caso che l'unico colore nel mezzo di un film in bianco e nero (ad eccezione della luce delle candele a inizio e fine del film). Il cappotto rosso di una bambina in mezzo al ghetto sembra il faro nella notte. Il simbolo della speranza. Il simbolo di disperazione nel momento in cui quel cappotto è nella pira di corpi che vengono inceneriti. Oltre che la morte di una singola persona è la fine della pietà e della compassione umana.


Son morto con altri cento,son morto ch'ero bambino
passato per il camino, e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz c'era la neve: il fumo saliva lento
nel freddo giorno d'inverno e adesso sono nel vento.
Ad Auschwitz tante persone,ma un solo grande silenzio;
è strano: non riesco ancora a sorridere qui nel vento.
Io chiedo come può l'uomo uccidere un suo fratello,
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento.
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana,e ancora ci porta il vento.
Io chiedo quando sarà che l'uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare, e il vento si poserà
[La Canzone Del Bimbo Nel Vento (Auschwitz)- Nomadi]

martedì 28 gennaio 2014

Sex & the City...ovvero alla ricerca dell'Amore




Personalmente sono una patita di Sex & the city e adoro le sue protagoniste, 4 Donne totalmente differenti legate da una profonda amicizia che si supportano e si completano proprio per le proprie diversità e caratteristiche.

Charlotte, la donna romantica perennemente alla ricerca del principe azzurro, perchè è indissolubilmente, incredibilmente e semplicemente romantica. L’amore per lei è la cosa che muove non solo la sua vita ma tutto il mondo. Sposata (finalmente) con l’uomo perfetto si rende conto che non è quello giusto e passato il panico per la delusione di essere divorziata si scopre finalmente a trovare l’amore...quello vero che muove il mondo. Ovviamente per l’uomo imperfetto (più Shrek che il principe azzurro tanto agognato) ma in questo momento finalmente scopre cosa voglia dire amare ed essere amata (e ammetto che da questo momento ai miei occhi smette di essere la perfettina e inizia a piacermi come donna).

Samantha, conosciuta dagli uomoni come la donna sessualmente disinibita, che ama il sesso e non ha paura a dirlo e soprattutto a farlo. Ammirata da me perchè è la donna che sa quello che vuole e sa come ottenerlo. Non si scoraggia di nulla. Non si fa influenzare dal pensiero comune. Supera un cancro e non si fa sconfiggere dalla chemio e vince. Sa amare e cambiare per un uomo, ma alla fine sceglie se stessa, perchè il più grande amore che deve avere una donna è se stessa.

Carrie, la super donna fashion che non ha soldi per dare l’anticipo della casa perchè li ha spesi tutti in scarpe (oh...come la capisco), sarcastica e alla ricerca dell’amore...del suo Big. Perchè in fondo tra una storia e l’altra è lui (dalla prima puntata) l’amore della sua vita, il suo pilastro che ha la forza di mandarla avanti e di buttarla a terra. Come Carrie in fondo in fondo anche noi vorremmo un Mr. Big che anche se ci fa soffrire perchè non è pronto ad impegnarsi, alla fine è disposto ad attraversare un oceano per andare a riprenderla, ma solo dopo aver chiesto se lei è felice, perchè vuole che lei sia felice (in pratica dimostrando un amore incondizionato che un poco invidio).

Miranda, la donna in carriera che vuole dimostrare che sul lavoro è alla pari di un uomo (se non addirittura meglio). Per lei l’amore è qualcosa di antiromantico e non convenzionale, forse perchè nascondendosi dietro il suo sarcasmo e ciniscmo nei confronti degli uomini (e della vita) vuole proteggersi dalle ferite che portano le delusioni dell’amore. Cinica fino all’inverosimile non si innamora per un colpo di fulmine, ma nella quotidianità; da un incontro di sesso si lascia corteggiare da Steve e passo dopo passo supera qualsiasi cosa li possa dividere (differenze lavorative, economiche, sociali) perchè capisce che lui è fondamentale: è il suo amante, il suo amico... il suo compagno.
La mia ammirazione per il personaggio di Miranda deriva dalla prima puntata: donna in carriera, fragile ma forte nello stesso tempo, sempre presente per le amiche e soprattutto sempre coerente con se stessa. Ma penso che la donna Miranda diventi un faro nel momento in cui scopre che Steva l’ha tradita. Dopo il primo momento di allontanamento e rabbia verso chi le ha fatto del male, inizia a capire che forse un po’ di colpa ce l’ha anche lei, che non doveva dare il suo rappporto per scontato e per la prima volta inizia a mettersi in dubbio e si mette in gioco in amore, capendo che Lui ne vale la pena e per lui è pronta a ricominciare, perdonando il tradimento e chiedendo perdono per le sue mancanze.

Ognuna così differente nel suo modo di essere vivere e soprattutto amare. Si, perchè a dispetto del nome, il telefilm parla della ricerca dell’amore, non uno qualsiasi, ma
dell'amore totale, ridicolo, scomodo, spossante, che ti consuma e non ti fa pensare ad altro

lunedì 27 gennaio 2014

uomini e complimenti...mondi differenti!


“Non so perchè...ma quando parlo con le ragazze e faccio dei complimenti mi fraintendono sempre”
Ecco qua, il dubbio amletico che attanaglia il mio nuovo amico: “perchè...perchè...perchè voi donne siete così suscettibili...?”
E’ vero, noi donne siamo un filino più permalose degli uomini soprattuto se si allude all’estetica e alla femminilità (anche se al giorno d’oggi di uomini permalosi peggio delle donne ne è pieno il mondo...) ma se cosideriamo il caso del mio amico il problema non è che noi siamo permalose, ma forse che alcuni uomini le corrette modalità con cui parlare con una donna...proprio non le conoscono.
E alla richiesta del mio amico, che per semplicità e per garantire l’anonimato chiamerò Mr. T., di insegnargli a parlare con le donne non posso che iniziare vivisezionando le sue mitiche, clamorose gaff.

Mr. T. è ancora scioccato di come una sua amica si sia offesa per un suo complimento sulle sua gambe toniche ed atletiche. In effetti anche io non capisco il motivo per cui una ragazza possa offendersi se qualcuno le dice: “hai le gambe di un toro”.
ma...COME PUOI NON CAPIRE DOVE HAI SBAGLIATO!?!?!?!?!?
Va beh...iniziamo dal principio:
1. le donne (la maggior parte almeno...) vuole essere identificato come femminile... e il toro è il simbolo indiscusso della virilità...come puoi paragonare una donna a un toro????? tra tutti gli animali del mondo... proprio il toro....
2. le gambe sono uno dei punti deboli per una donna che non ha le gambe assolutamente perfette alla Julia Robert (Coscia lunga, polpacci scolpiti e caviglia sottile) per cui sottolineare che una le ha un po’ troppo muscolose da fare invidia a un uomo (e pertanto non troppo fini e longilinee) non è bello!!!

Mr. T non ha imparato la lezione, e rincara la dose con un’altra fanciulla: “ah, quindi quando giocavi a pallavolo eri meno robusta...” intendendo che era più muscolosa

1. mai, ripeto MAI!!!!, dire a una donna che è robusta (soprattutto se questa non lo è affatto)
2. mai, ripeto MAI!!!!, sottolineare a una donna che ha messo su peso
3. ma con tutte le parole che offre la lingua italiana... proprio il termine robusta devi usare.... ogni parola ha il suo significato e la sua accezione....

Tirando le somme, caro il mio amico Mr. T., è vero che noi donne siamo un filino permalose e suscettibili... ma certo che se anche tu scegli i termini errati non è che aiuta.
Quindi ecco il primo consiglio per il mio Amico Mr. T.: a volte per fare un complimento basta evitare metafore, paragoni e similitudini, così da trasformare colossali catastrofi in bellissimi complimenti, se si utilizzava un “hai le gambe molto toniche e atletiche” e “quando giocavi a pallavolo eri ancora più magra” forse si guadagnava in cambio un sorriso e, in alcuni casi, un rossore piacevole sulle guance della fanciulla interessata al complimento.

lunedì 6 gennaio 2014

leggi nel pensiero?...no...osservo.


Vedere: percepire con l'occhio
Guardare: fissare, rivolgere lo sguardo su una persona o su una cosa
Osservare: guardare con attenzione, esaminare con cura

Questa sera mi è stato chiesto se sapessi leggere nel pensiero. E ho risposto la cosa più semplice: mi limito a osservare le persone che mi stanno attorno.
L'italiano, lingua complessa e macchiavellica, ha differenti espressioni per definire quello che si può fare con il senso della vista, ma non sono sinonimi, sono sfumature differenti per indicare come effettivamente possiamo utilizzare solo uno dei 5 sensi e come possiamo ampliarne l'effetto utilizzando quello che ci rende umani: l'empatia.

Tutti noi vediamo le persone (le percepiamo come realtà) ma non sempre le guardiamo veramente, ponendo attenzione, ci limitiamo a uno sguardo distratto (ok...se l'oggetto è carino magari più di un attimo) e poi passiamo lo sguardo oltre. In questo modo possiamo fare attenzione (se e quando ci riusciamo) a come una persona è vestita o è pettinata, ma non riusciamo a scorgere altro.
Io personalmente non amo vedere le persone, preferisco guardarle. E in alcuni casi osservarle. Semplicemente perchè solo guardando attentamente qualcosa riesci a percepire quello che c'è oltre le apparenze, noti i piccoli gesti che ti rivelano quello che una persona non dice, a volte volontariamente a volte involontariamente. E ti trovi a osservare la magia delle emozioni che si susseguono su chi ti sta intorno, a notare il cambiamento di tono nella voce, nello sguardo...
Ed è li che veramente capisci chi sta fingendo, chi ha messo una maschera, perchè nel momento in cui l'autocontrollo inizia a cedere in una frazione impercettibile lo sguardo cambia, perchè non ci sono maschere che tengono... lo sguardo non si cela.
In questi giorni mi è capitato di vedere un'amica che sorrideva, sembrava felice ma guardandola veramente negli occhi e ascoltando i suoi silenzi mostrava tutto il dolore e i sogni infranti che portava dentro. Un'altra semplicemente che non parla e in silenzio guarda la tv (parliamone, niente di veramente interessante per una donna dato che era un programma di macchine su D-MAX!!!) per nascondere le proprie paure e insicurezze nascondendo due occhi lievemente arrossati che non potevano di certo essere imputati a una giornata in piscina. Un'altra che ti lascia parlare e ti ascolta guardandoti dritta negli occhi evitando di giudicarti per quello che stai dicendo e nel suo sguardo capisci le mille parole che vorrebbe dirti e che non c'è bisogno che dica.
Non si tratta di magia o altro, solo voglia di capire chi ti sta attorno...

Una persona anni fa mi ha raccontato di aver fatto corsi appositi per osservare le persone e capire come prendere e poterle aggirare per assecondare i proprio fini e per trarne vantaggio. Mi ha detto che avrei potuto migliorare con questi corsi, ma forse non siamo mai andati nella medesima direzione (non a caso mi è entrato nella testa e ha potuto fare di me la sua marionetta). Dopo aver compreso il potere che gli avevo permesso di avere, ho capito che osservare gli altri è importante. Da una parte perchè per me è diventato quasi una forma di difesa per capire chi può farmi male (tanto poi...te lo fa lo stesso) ed essere un po' meno vulnerabile (cazzata!!!! capisci i punte deboli di chi ti sta di fronte... ma se sei come me... più che usarli a tua difesa ti ci aggrappi e nel difenderli porgi il fianco all'avversario... quindi.. diciamo che come difesa potrebbe essere valida, in mani di qualcun altro). Ma soprattutto è utile per creare un legame, anche se a volte effimero, con chi ci sta intorno, per entrare in sintonia con loro, insomma: essere un po' empatiche.

Un amico dopo avergli chiesto di stare vicino a una persona che non sta vivendo un periodo facile della sua vita mi ha chiesto "istruzioni per osservare gli altri". Non saprei da che parte iniziare, se non consigliandogli di trovare la voglia e l'interesse di vedere veramente cosa ci sta dietro le mille maschere che una persona porta. Ma forse guardare oltre le maschere altrui è più facile per chi sa ogni giorno la maschera che indosserà e forse ogni tanto... vorrebbe che fosse semplice per chi le sta attorno guardare oltre la maschera, ma tanti si limitano a vedere la maschera anche se per fortuna attorno ci sono persone che hanno osservato il mio vero volto e, mi stupisco io stessa della cosa, sanno sempre ritrovarlo e apprezzarlo dietro a ogni maschera indossata.

mercoledì 1 gennaio 2014

Anno nuovo....ovvero, i buoni propositi


Eccoci qua...a seguito dei brindisi per il nuovo anno, a pensare al futuro, a cosa ci riserverà, a cosa accadrà, ai nostri sogni, alle nostre speranze...E la domanda della sera è stata: buoni propositi e sogni per il 2014.

Tante idee in testa, che si leggono negli occhi, ma poche risposte, perchè diciamocelo...quando dici qualcosa non si avvera mai.
Da oggi i buoni propositi sono tanti: senti gente che vuole mettersi in forma, iniziare nuovi sport, passatempi, nuovi atteggiamenti... durata dei propositi: circa 10 minuti, se va bene un paio di giorni. E non pensate che sia una cosa solo femminile...conosco fior fiori di uomini che hanno fatto abbonamenti annuali in palestra...e non sono arrivati a 10 ingressi....

L'anno che finisce è sempre quello che è stato brutto, che non è stato giusto, che non è stato abbastanza (perchè se su 10 cose 2 non sono andate bene, ovviamente ci ricordiamo solo di quelle...) e tentiamo sempre di esorcizzarlo brindando o festeggiando il nuovo anno, perchè in questo deponiamo le nostre speranze, i nostri sogni...
E come ogni anno, ci si ritrova a fare i conti sperando che quello che verrà sarà differente...forse il dubbio che non cambi nulla viene... ma forse il significato vero del festeggiare il nuovo anno non è riporre speranza in un fato meno sfavorevole o un futuro sfavillante, sta nella forza che il nuovo anno ci da. La forza di una rinascita, di una nuova possibilità. La forza che da l'idea di ripartire e poter fare tabula rasa e su una lastra vuota scrivere quello che si vuole.

Quindi prendiamo un foglio bianco e riscriviamo la nostra vita, basta ricordarsi quello che si scrive e non accantonarlo in un angolo, per non dimenticarci la nostra forza... perchè siamo noi che abbiamo la facoltà di scrivere la nostra storia ma il segreto non è limitarsi a farlo a cavallo di un anno nuovo, ma di farlo sempre una pagina alla volta. E se una pagina non ci piace? Semplice....dipende dal mezzo utilizzato per scriverlo: tasto canc per il camputer, il nastro apposito per la macchina da scrivere, il bianchetto per il foglio e la penna. Io personalmente preferisco il vecchio metodo: tirare una linea per cancellare gli errori e andare avanti, ma ricordandosi sempre dei propri errori per tentare (per alcune persone, me incluse, INVANO!!!!) di non ricommetterli all'infinito.

Personalmente quest'anno alla domanda sui miei buoni propositi ho potuto rispondere solo un semplice: VIVERE! perchè sopravvivere è importante, ma forse...è il caso di godersi appieno la vita e viverla come se ogni giorno fosse l'ultimo. Perchè...se aspetti sempre il domani ti ritrovi con l'amaro in bocca, in quanto l'immaginazione non sarà mai raggiungibile dalla realtà...quindi meglio godersi l'oggi...se il domani sarà migliore di oggi....meglio, un po' di fortuna...non fa mai male!!!!


La gente spera sempre nel domani che verrà perché domani dice è un giorno di felicità però ragazzi un difettino anche lui ce l'ha diventa oggi e l'oggi cosa dà? (Mina)