Poco tempo fa è stato il “Giorno della Memoria”.
Poco tempo fa ho rivisto “Schindler's list”.
Poco tempo fa ho pianto a lungo.
Poco tempo fa ho provato vergogna per quello che ha fatto il genere umano.
Poco tempo fa ho provato vergogna per il fatto che l’uomo non ha ancora imparato dai propri errori.
Questa volta non ho voglia di ridere o essere ironica. Non su questo tema. Non solo perchè non voglio. Ma perchè non ci riesco.
Ho rivisto il film a distanza di quasi 20 anni dalla sua uscita. Mi sono ritrovata a piangere angosciata. E in alcuni punti del film, come al momento dello sgombero del ghetto, ero terrorizzata, più che se avessi visto un film horror. Perchè stavolta non era una finzione. Era la realtà. Era la storia. Era quello che l’umanità ha fatto.
Solitamente quando guardo un film lo vedo dagli occhi di uno dei protagonisti e penso a come mi sarei comportata io al loro posto. Questa volta era differente. Ogni persona mi colpiva. Ogni persona mi portava a chiedermi io come mi sarei comportata al suo posto...
...se fossi stata il medico che al momento dello sgombero del ghetto ha dato l'eutanasia ai suoi degenti per risparmiare loro una morte orribile ne avrei avuta la forza?
...se fossi stata il contabile di Schindler avrei rischiato il tutto e per tutto per salvare la mia gente a discapito della mia sicurezza?
...se fossi stata uno dei soldati tedeschi avrei accettato il mio ruolo o mi sarei ribellata?
...se fossi stata Schindler avrei superato la mia avidità per salvare delle vite capendo che le cose importanti non sono i soldi e comprendere che il vero significato della Guerra non è la possibilità di fare guadagni ma la distruzione ddell'uomo e della sua umanità?
...se fossi stata una delle tante donne Ebree cosa avrei fatto...avrei rinunciato alla mia fede o avrei portato la stella di David con orgoglio?
Non so dare risposta a tutte queste mie domande e sinceramente spero di non doverlo fare mai. Mi ritengo molto fortunata a non avere vissuto quel periodo. Anche se vorrei tanto non ci fosse mai stato. L'unica cosa che posso fare è ricordare. Non dimenticare. Per evitare che certe situazioni si ripetano. Per ricordare che siamo uomini. Tutti quanti. E che la compassione è la caratteristica che ci distingue dalle bestie.
Secondo la simbologia buddista il rosso è il colore della compassione. E secondo il mio modestissimo parere non è un caso che l'unico colore nel mezzo di un film in bianco e nero (ad eccezione della luce delle candele a inizio e fine del film). Il cappotto rosso di una bambina in mezzo al ghetto sembra il faro nella notte. Il simbolo della speranza. Il simbolo di disperazione nel momento in cui quel cappotto è nella pira di corpi che vengono inceneriti. Oltre che la morte di una singola persona è la fine della pietà e della compassione umana.