venerdì 20 luglio 2018

26 Luglio... Il giorno più brutto della mia vita

Eccoci qui… a un anno di distanza dal giorno più brutto della mia vita….26 Luglio 2017.
Non me lo dimenticherò mail… ogni giorno è indelebile nella mia memoria, oggi più che mail il ricordo brucia come se stesse accadendo di nuovo.

Ero a mangiare in un fast food, pronta per andare alla Hoepli a prenderti un libro da colorare, almeno avresti passato le giornata noiose in ospedale in modo più allegro. Quando è arrivata la fatidica telefonata della mamma.
“Per che ora riesci ad arrivare in ospedale”
“Perché?”
“Perché ti deve parlare il primario”
“Perché?”
“Te lo dice lui”
“Perché?!”
“….”
“Non farmi fare più di 2 ore di viaggio non sapendo nulla. Mi uccide”
“Sta morendo. Può accadere da un momento all’altro, non sanno se giorni o…ore”
“Arrivo”
Da quel momento non ho capito più nulla, non so che faccia avessi, ma mi ricordo ancora il tizio del MC che mi prende il vassoio e mi dice che sparecchiava lui di non preoccuparmi. O la faccia dei miei colleghi quando ho detto “Io vado. Ho problemi a casa. Non chiedete nulla. Non riesco a parlare. Vi scrivo dopo”. Mi ricordo le loro facce angosciate vedendomi. Posso solo immaginare quanto fosse sconvolta la mia.
Come un automa mi sono diretta in stazione, ad aspettare un treno che stranamente era in orario.
Mi ricordo come fosse ieri come mi sono sentita lungo la strada per arrivare in ospedale, qualcuno ha guardato giù per proteggermi, perché ho volato in quei 20 km che mi portavano da casa a te. Pregando di arrivare in tempo.
Poi ti ho visto. Tu sorpreso per la mia presenza alle 4 del pomeriggio. E io che inventavo scuse che al lavoro non c’era nulla da fare e mi avevano chiesto di stare in ferie prima. Non ti ho guardato in faccia. Tu hai fatto finta di credermi e non hai fatto domande.
Poi non ce l’ho fatta e una lacrima è comparsa nei miei occhi. Mi hai chiesto spiegazioni. “sono in paranoia perché tra pochi giorni sono 35. Sto invecchiando”. Te l’ho detto con la testa appoggiata alle tue gambe e tu mi hai accarezzato la testa.
E per la prima volta in vita mia…ti ho guardato negli occhi e ti ho mentito. Sapendo che te ne saresti accorto. Sapendo che anche tu mi stavi guardando e mentendo per non farmi male.
“dai, allora dove vai in ferie per il tuo compleanno?”
“da nessuna parte, non ho i soldi e me ne sto a casa” era l’unica scusante possibile alla verità: io non ti lascio, a costo di rinunciare a tutto, fino a quando ci sei io sarò al tuo fianco.
“sei la solita con le mani bucate”
“lo so, ma va bene così. Pace, andrò l’anno prossimo”
“va beh, per il tuo compleanno ti regalo 1000 euro così puoi andare in vacanza. Ti bastano?”
“io vorrei solo un peluches”
“un altro? Te l’ho già regalato e l’hai sempre in borsa”
E nessuno dei due è più andato avanti nei discorsi. Siamo rimasti così, con la tua mano sulla mia testa.

In quel preciso momento ho capito che non eri eterno. Ho capito che avevo bisogno di te. Che non l ho mai ammesso nemmeno a me stessa ma... Tu riuscivi a fare da parafulmine alla mia vita con i tuoi silenzi e le nostre litigate. Perché nonostante tutto tu c'eri. A modo tuo. Con un semplice gesto... Una mano sulla testa mi trasmettevi il tuo amore e le tue preoccupazioni, senza parlare, senza la necessità di fare in altro modo. Solo facendomi capire che tu eri.. Sei con me.

Quella telefonata ha spezzato qualcosa in me. Tutte le mie paure, le mie incertezze, le mie fragilità... Sono emerse come un fiume in piena. Mi hanno travolta. Immobilizzata. Ma la voglia e necessità di averti accanto è stata più impetuosa. Mi ha dato una forza di affrontare quel pomeriggio e i giorni successivi con coraggio e reprimendo il dolore, perché non era giusto. Non era giusto abbandonarsi al dolore mentre tu eri ancora con me. Io volevo viverti ancora. Perché la vita è fatta di attimi... E ogni attimo a disposizione era fondamentale... perché non torna più indietro...

Ho ringraziato il cielo e chiunque ci sia di avermi concesso ancora del tempo con te. Una settimana ancora insieme. Una settimana per parlare con calma e dirci addio. Una settimana che, egoisticamente, avrei voluto fosse eterna.

Mi manchi. Oggi più che mai. Oggi... Come tutti i giorni...

lunedì 25 giugno 2018

un mese...una parentesi... delle persone splendide

Un mese, che cos'è un mese nell'arco di una vita? un attimo, una parentesi..
Ma a volte un mese può veramente cambiarti la vita. Perchè l'importante non è quanti secondi abbia un mese (oltre 2.4 milioni... fa paura). L'importante è come vivi questo tempo.
E per una volta nella mia vita ho deciso di impiegare al meglio un mese della mia vita.
28 giorni tutti per me.
Per mettermi in gioco.
Per affrontare le mie paure.
Per capirmi.
Per accettarmi.
Per capire chi mi stava accanto.
Per amare chi mi stava vicino.
Per amare me stessa.

E così facendo ho imparato un sacco di cose.
Perchè solo isolandomi dal mondo che ho sempre conosciuto, ho potuto vedere con occhi diversi. Non migliori o peggiori. Semplicemente diversi.
Perchè solo fermandoti puoi andare avanti, come quando ti trovi davanti a uno stop in una strada sconosciuta e guardando le opzioni scegli da che parte hai voglia di andare, anche se non è la strada conosciuta, ma è qualcosa che devi percorrere. Per te stessa. Per essere felice.
Non fermarsi è pericoloso, rischioso. Perchè a volte purtroppo si va avanti solo per inerzia, perchè si deve...perchè si ha paura di fermarsi e capire cosa veramente ci spinge ad andare avanti.
Ma alla fine solo fermandosi un attimo si riesce a scoprire il bello del viaggio che è anche guardare cosa ci circonda, non avendo troppa fretta, fermarsi quando si è stanchi o quando il panorama richiede un attimo di contemplazione. Anche se la vita è troppo breve e frenetica, certi momenti non possono tornare indietro. E solo fermandosi si trova la forza per andare avanti a testa alta. Per fare quello che è veramente giusto per noi.

E così ho intrapreso questo viaggio. Fermandomi un attimo. Ma nello stesso tempo muovendomi in modo inconsapevole verso la strada giusta per me, verso persone meravigliose che mi hanno fatto veramente aprire gli occhi.
Pechè solamente confrontandomi con qualcuno che ha esperienze differenti dalle mie ho potuto capire fino in fondo le mie esperienze. Perchè a volte solo guardando una forma geometrica da un punto di vista differente puoi capire veramente che forma è (un cubo o un parallelepipedo...? bah.. solo muovendoti lo puoi scoprire. Come in Flatlandia solo il punto di vista di qualcun altro ti permette di vedere che non sei in un mondo piatto... solo una sfera in un mondo piatto può elevarti e farti scoprire che tu umile quadrato vivi in un mondo bidimensionale che non è l'unico... solo la conoscenza e il supporto della sfera può elevarti a vedere il mondo da un'angolazione differente... una figura piana in un mondo tridimensionale)
Perchè solo guardandoti con gli occhi di qualcuno che ti vede da zero puoi essere quella che sei senza alcun filtro... semplicemente tu nel bene e nel male, nei momenti in cui con la tua forza e vitalità riesci a illuminare una stanza e in quelli tetri in cui rischi di avvolgere di ombre chi ti circonda. Ma questo ti permette di vederti partendo da zero. Partendo da nuovo.

Un mese.. un sacco di persone che mi sono entrate nel cuore.
Persone con cui mi sono confrontata e che indipendentemente dall'età anagrafica mi hanno fatto crescere.
Persone che mi hanno capita nei momenti brutti, di silenzio e di lacrime. Ti lascio stare perchè vedo che è un giorno no...
Persone con cui mi sono sfogata e mi hanno ascoltato. AHHHHHHH non ce la faccio più
Persone che si sono sfogate e ascoltandole ho capito di più su me stessa. Ho paura... non so se sto facendo abbastanza
Persone con cui ho condiviso le mie paure e le mie debolezze, e con cui ho mostrato il mio lato più forte e solare.
Persone con cui ho condiviso i miei bicchieri fucsia.... (grande onore e simbolo di distinzione...)
Persone con cui ho riso come una matta, con ore intere di risate contagiose e compulsive ininterrotte... che alla fine eravamo con le lacrime agli occhi (rido ancora da sola come una pazza al ricordo) Ma che coglioni... ancora piangi... e basta hai rotto il ...
Persone che mi hanno fatto sentire a casa un paio di calzini morbidosi tata, so che li usi
Persone che data la mia totale incapacità di farmi viva, non avrò vicine come vorrei e meriterebbero.
Persone che sono sempre nei miei pensieri... e che saranno sempre nel mio cuore.

1 mese...
4 settimane...
28 giorni...
672 ore...
40320 minuti...
un solo unico nuovo inizio....
un sacco di persone, Donne, che hanno riempito il mio umile cuore....

domenica 3 giugno 2018

Arco.. quanto mi sei mancato....

E la giornata è iniziata così... con la sveglia che suona alle 6.00 e tu stanca appena rientrata dalle ferie ti chiedi... perchè? perchè lo sto facendo...?
Ebbene si, dopo quasi 3 anni di praticamente totale inattività da qualsiasi cosa fosse legata all'arco ti trovi a svegliarti all'alba, assonnata ti cacci sotto la doccia per svegliarti, ti infili jeans (che ne bosco non si sa mai), una maglietta (si... 3 per sicurezza, io mi vesto a cipolla) e una felpa. Prendi arco, faretra, frecce, scarponi e te ne esci di casa. Per andare a tirare.
Quando ancora fa freddo, nonostante la giornata si tramuterà in un forno.
Quando ancora non ci sono in giro nemmeno i ciclisti.
Quando ancora non c'è traffico in autostrada in direzione del lago.
Quando ancora il tuo cervello non si è svegliato (per fortuna non guidavo io).
Quando ancora non hai avuto tempo di riflettere troppo sul perchè lo stai facendo.
Quando ancora non ti sei soffermata a pensare a che figuraccia farai dopo questa lunga inattività.
Quando ancora non hai avuto la voglia di pensare perchè avessi rifiutato l'arco.
Ma via che si va. Direzione Solferino. Direzione gara Fiarc.
perchè? perchè lo sto facendo...?
Perchè non ho voglia di stare ferma
Perchè non ho voglia di vivere al meglio questa giornata di libertà all'aria aperta che domani si torna al lavoro
Perchè non ho voglia di essere inerme a osservare la mia vita rimpiangendo quello che mi faceva stare bene
Perchè qualcuno me l'ha chiesto... dai vieni non puoi mancare e non ho saputo dire di no
Perchè qualcuno mi ha fatto ricordare come ero con il mio arco... frizzante
Perchè qualcuno involontariamente mi ha fatto capire che mi piace come sono io con l'arco
Perchè con l'arco si incontrano persone splendide che ti fanno sentire a casa, ti scaldano il cuore
Perchè con l'arco in mano posso essere me nella versione migliore, nessun pensiero se non ridere, tirare e ancora ridere
Perchè con l'arco...sto semplicemente bene

Ed eccomi qua a fine giornata a farmi la fatidica domanda.. Perchè...? Perchè non l'ho fatto prima...?
Inutile piangere sul latte versato. Ora non resta che adagiare il mio amato longbow salutarlo e dirgli "Ci vediamo il prossimo fine settimana".
Mentre un sorriso compare sul mio viso.
Mentre mi sento leggera come non mi sentivo da tanto.
Mentre mi accorgo che tutti i fantasmi che mi hanno frenata nel tiro, semplicemente... se ne sono andati via