Eccoci qui… a un anno di distanza dal giorno più brutto della mia vita….26 Luglio 2017.
Non me lo dimenticherò mail… ogni giorno è indelebile nella mia memoria, oggi più che mail il ricordo brucia come se stesse accadendo di nuovo.
Ero a mangiare in un fast food, pronta per andare alla Hoepli a prenderti un libro da colorare, almeno avresti passato le giornata noiose in ospedale in modo più allegro. Quando è arrivata la fatidica telefonata della mamma.
“Per che ora riesci ad arrivare in ospedale”
“Perché?”
“Perché ti deve parlare il primario”
“Perché?”
“Te lo dice lui”
“Perché?!”
“….”
“Non farmi fare più di 2 ore di viaggio non sapendo nulla. Mi uccide”
“Sta morendo. Può accadere da un momento all’altro, non sanno se giorni o…ore”
“Arrivo”
Da quel momento non ho capito più nulla, non so che faccia avessi, ma mi ricordo ancora il tizio del MC che mi prende il vassoio e mi dice che sparecchiava lui di non preoccuparmi. O la faccia dei miei colleghi quando ho detto “Io vado. Ho problemi a casa. Non chiedete nulla. Non riesco a parlare. Vi scrivo dopo”. Mi ricordo le loro facce angosciate vedendomi. Posso solo immaginare quanto fosse sconvolta la mia.
Come un automa mi sono diretta in stazione, ad aspettare un treno che stranamente era in orario.
Mi ricordo come fosse ieri come mi sono sentita lungo la strada per arrivare in ospedale, qualcuno ha guardato giù per proteggermi, perché ho volato in quei 20 km che mi portavano da casa a te. Pregando di arrivare in tempo.
Poi ti ho visto. Tu sorpreso per la mia presenza alle 4 del pomeriggio. E io che inventavo scuse che al lavoro non c’era nulla da fare e mi avevano chiesto di stare in ferie prima. Non ti ho guardato in faccia. Tu hai fatto finta di credermi e non hai fatto domande.
Poi non ce l’ho fatta e una lacrima è comparsa nei miei occhi. Mi hai chiesto spiegazioni. “sono in paranoia perché tra pochi giorni sono 35. Sto invecchiando”. Te l’ho detto con la testa appoggiata alle tue gambe e tu mi hai accarezzato la testa.
E per la prima volta in vita mia…ti ho guardato negli occhi e ti ho mentito. Sapendo che te ne saresti accorto. Sapendo che anche tu mi stavi guardando e mentendo per non farmi male.
“dai, allora dove vai in ferie per il tuo compleanno?”
“da nessuna parte, non ho i soldi e me ne sto a casa” era l’unica scusante possibile alla verità: io non ti lascio, a costo di rinunciare a tutto, fino a quando ci sei io sarò al tuo fianco.
“sei la solita con le mani bucate”
“lo so, ma va bene così. Pace, andrò l’anno prossimo”
“va beh, per il tuo compleanno ti regalo 1000 euro così puoi andare in vacanza. Ti bastano?”
“io vorrei solo un peluches”
“un altro? Te l’ho già regalato e l’hai sempre in borsa”
E nessuno dei due è più andato avanti nei discorsi. Siamo rimasti così, con la tua mano sulla mia testa.
In quel preciso momento ho capito che non eri eterno. Ho capito che avevo bisogno di te. Che non l ho mai ammesso nemmeno a me stessa ma... Tu riuscivi a fare da parafulmine alla mia vita con i tuoi silenzi e le nostre litigate. Perché nonostante tutto tu c'eri. A modo tuo. Con un semplice gesto... Una mano sulla testa mi trasmettevi il tuo amore e le tue preoccupazioni, senza parlare, senza la necessità di fare in altro modo. Solo facendomi capire che tu eri.. Sei con me.
Quella telefonata ha spezzato qualcosa in me. Tutte le mie paure, le mie incertezze, le mie fragilità... Sono emerse come un fiume in piena. Mi hanno travolta. Immobilizzata. Ma la voglia e necessità di averti accanto è stata più impetuosa. Mi ha dato una forza di affrontare quel pomeriggio e i giorni successivi con coraggio e reprimendo il dolore, perché non era giusto. Non era giusto abbandonarsi al dolore mentre tu eri ancora con me. Io volevo viverti ancora. Perché la vita è fatta di attimi... E ogni attimo a disposizione era fondamentale... perché non torna più indietro...
Ho ringraziato il cielo e chiunque ci sia di avermi concesso ancora del tempo con te. Una settimana ancora insieme. Una settimana per parlare con calma e dirci addio. Una settimana che, egoisticamente, avrei voluto fosse eterna.
Mi manchi. Oggi più che mai. Oggi... Come tutti i giorni...