Nella mia vita ho odiato, ho odiato tanto. Tanto da farmi male, da fare male all'anima.
Perchè l'odio è un sentimento forte, più potente dell'amore. Ti distrugge. Ti fa salire il sangue al cervello e ti porta a non essere razionale. Ma sono convinta che altro che non è che un risvolto dell'amore, o meglio dell'amore negato o deluso. Perchè non si può odiare a priori qualcuno, lo si può disprezzare, ma per odiare bisogna in qualche modo amare.
Ho odiato per quasi tutta la mia vita. Ho odiato una singola persona per tutta la vita. Ho odiato me stessa per l'odio provato.
Son sempre stata convinta che solo affrontando questa persona avrei potuto dissipare il mio sentimento. Ma mi sbagliavo, avrebbe solo montato la mia rabbia. Solo con la morte (figurata) dell'oggetto del mio odio sarei stata in grado di andare avanti. Ma uccidere il proprio odio è un impresa ardua e... difficile.
Qualcosa (casualità o destino...) mi ha portata a sbagliare strada ad un bivio e a percorrere la strada inaspettata che conduce in bocca a lui, al mio odio. Ma al posto del demone da combattere, ecco davanti a me un uomo come tanti. No...non come tanti. Con due occhi azzurri penetranti, che ti guardano come...se ti volessero veramente vedere, per cercare tracce di odio o di un possibile spiraglio di sorriso ma soprattutto perchè vogliono osservarti davvero. Due occhi a cui senti la necessità di mostrarti senza maschere, la voglia di lasciarti vedere e a cui hai voglia di sorridere per dimostrare che l'unico sentimento che ti invade è la serenità (o forse potrei anche azzardarmi a definirla felicità...)
E finalmente ho ucciso la persona odiata (metaforicamente parlando). E ho ucciso il mio odio, perchè l'ho visto per quello che era... un amore smisurato e incondizionato. E ora mi ritrovo a rendermi conto che non sono più in grado di odiare. Una sensazione strana, una liberazione che ti svuota. Ora che ho perso il mio motore autodistruttivo...cosa lo potrà rimpiazzare? Per il momento mi rimane il ricordo di uno sguardo che non dimenticherò mai, da rievocare nei momenti di rabbia in cui il disprezzo inizia a trasformarsi i qualcosa di più...per ricordarmi che la mia capacità di odiare è ormai morta per sempre.