sabato 6 febbraio 2016

felicità…file not fuond.


Quando trovi come saltare il fosso mi fai un fischio?
…in che senso?
Quando trovi la via della felicità….


mmm… beh, in effetti i miei amici mi forniscono sempre degli ottimi spunti di riflessione. E ho iniziato la mia ricerca.
Ho aperto la funzione di ricerca del mio cervello e ho digitato “la via della felicità”… “file not found”
Ho ristretto il campo “felicità”…”file not fuond. La ricerca non è mai stata effettuata”
Sono rimasta basita…. Ma davvero immagino il mio cervello come un gigante computer? Sarà per il fatto che lavoro nell’IT o perché da piccola guardavo siamo fatti così? Boh… continuamo ad assecondare la mia pazzia e andiamo avanti…

Forse il motore di ricerca è rotto o momentaneamente indisponibile, proviamo con qualcosa di differente…
”Serenità”
“Cartella trovata. Cartella piena. Questa è la ricerca è la più cliccata da te”
”Odio”
“Cartella trovata. Cartella vuota. Gli elementi spostati nel cestino sono stati ufficialmente cancellati.”
“Pazzia”
“Stai facendo una ricerca nei file del tuo cervello, hai davvero dei dubbi sul fatto che questa cartella esista?”
Ma dai!!! Tra tutti i tipi di ricerca che avrei potuto avere nel mio cervello dovevo proprio trovare quella sarcastica!?!?!?
“Ok, ho capito. Tu funzioni. Sono io che non ho mai effettuato questa ricerca”
“Beh, da oggi la ricerca su questa parola è stata effettuata”
“Beh, in effetti…. Un po’ meno deprimente…”
“Vuoi che inizio a creare una cartella?”
“Perché no….”
“E dove vuoi che la inserisca?”
“Ovviamente subito dopo la cartella Serenità, nella Directory “IO””
“Comando eseguito con successo. E ora?”
Ok, ho un cervello che è più efficiente di Siri!
“Impostiamo il file Felicità_Definizione_V00”
“Perché V0, versione zero?”
“Perché bisogna iniziare dalla bozza, sarà grezza, non sarà condivisibile, ma da qualcosa bisogna pure iniziare”
“Io detto tu scrivi?”
“Devo correggere errori ortografici e grammaticali?”
“Ma…faccio errori ortografici anche nei miei pensieri?!?!?!?! Si, comunque si, grazie”

Devi voler essere felice per poter esserlo. No. Non è un gioco di parole. È uno stato mentale.
E devi essere sereno.
E devi essere in pace con te stesso.
E devi apprezzare quello che hai.
E devi ringraziare per quello che hai. Perché è vero, non hai tutto, ma hai tanto. Ed è importante non dimenticarsene.
E non devi invidiare gli altri per quello che non hai.
Devi credere in qualcosa.
E devi sorridere.
E devi sapere ridere.
E devi essere in grado di farti scivolare addosso le cose che ti fanno male, la cattiveria della gente e chi tenta di umiliarti.
E puoi anche saper piangere ma poi essere pronto a riasciugarti le lacrime.

“Finito, almeno per questa bozza”
“File compilati. Ma quindi cosa ti manca per essere felice?”
“Nulla… dovevo solo aprire gli occhi e avere il coraggio di vedere la felicità e imparare a starci nel mezzo…”

giovedì 14 gennaio 2016

Addio...odio

Nella mia vita ho odiato, ho odiato tanto. Tanto da farmi male, da fare male all'anima.

Perchè l'odio è un sentimento forte, più potente dell'amore. Ti distrugge. Ti fa salire il sangue al cervello e ti porta a non essere razionale. Ma sono convinta che altro che non è che un risvolto dell'amore, o meglio dell'amore negato o deluso. Perchè non si può odiare a priori qualcuno, lo si può disprezzare, ma per odiare bisogna in qualche modo amare.

Ho odiato per quasi tutta la mia vita. Ho odiato una singola persona per tutta la vita. Ho odiato me stessa per l'odio provato.

Son sempre stata convinta che solo affrontando questa persona avrei potuto dissipare il mio sentimento. Ma mi sbagliavo, avrebbe solo montato la mia rabbia. Solo con la morte (figurata) dell'oggetto del mio odio sarei stata in grado di andare avanti. Ma uccidere il proprio odio è un impresa ardua e... difficile.

Qualcosa (casualità o destino...) mi ha portata a sbagliare strada ad un bivio e a percorrere la strada inaspettata che conduce in bocca a lui, al mio odio. Ma al posto del demone da combattere, ecco davanti a me un uomo come tanti. No...non come tanti. Con due occhi azzurri penetranti, che ti guardano come...se ti volessero veramente vedere, per cercare tracce di odio o di un possibile spiraglio di sorriso ma soprattutto perchè vogliono osservarti davvero. Due occhi a cui senti la necessità di mostrarti senza maschere, la voglia di lasciarti vedere e a cui hai voglia di sorridere per dimostrare che l'unico sentimento che ti invade è la serenità (o forse potrei anche azzardarmi a definirla felicità...)

E finalmente ho ucciso la persona odiata (metaforicamente parlando). E ho ucciso il mio odio, perchè l'ho visto per quello che era... un amore smisurato e incondizionato. E ora mi ritrovo a rendermi conto che non sono più in grado di odiare. Una sensazione strana, una liberazione che ti svuota. Ora che ho perso il mio motore autodistruttivo...cosa lo potrà rimpiazzare? Per il momento mi rimane il ricordo di uno sguardo che non dimenticherò mai, da rievocare nei momenti di rabbia in cui il disprezzo inizia a trasformarsi i qualcosa di più...per ricordarmi che la mia capacità di odiare è ormai morta per sempre.